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Blusterol-Forte  

marcata azione  antinfiammatoria, aumento della motilità intestinale, facilita  l'espulsione  dei gas, (minore rispetto al Blusterol), aumenta la serotonina  svolgendo un'azione  anti-ansia.  

Ottimo per alleviare i disturbi nella diverticolosi o nelle coliti.

 

Vedi  Esempi d'uso

 

Blusterol-Forte è un integratore alimentare notificato al Ministero della Salute;

Consigli e schema di trattamento  personalizzato gratuito.

 

 

 

 

 

confezioni da 200 e 550 ml

 

 

Paxacol

E' la versione  concentrata (2,5X) del Blusterol-Forte e per tale motivo trova facile ed efficace utilizzo nelle situazioni di irritabilità gastro-intestinale caratterizzate da frequenti scariche: es. Colite ulcerosa, Rettocolite, Crohn, Radioterapie etcc..

 

 

Vedi  Esempi d'uso

 

 

Paxacol è un integratore alimentare notificato al Ministero della Salute;

 

Consigli e schema di trattamento globale personalizzato gratuito.

 

 

 

 

 

Paxa-Fibra

Anti-infiammatorio,

Ricostituente e Depurativo:

Integrazione completa di MSM (43 %), Fermenti, Fos, Vitamine, Oligoelementi, estratti di Cardo e Fumaria 

 

Vedi  Esempi d'uso

 

 

Paxa-Fibra è un integratore alimentare notificato al Ministero della Salute;

 

Consigli e schema di trattamento  personalizzato gratuito.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Intolleranze  Alimentari

in tre giorni il benessere

Buongiorno visitatori "intolleranti", Vi do subito la buona notizia che ci sono dei nuovi prodotti che Vi apriranno nuove prospettive di vita.

 


 

 

i pensieri dei nostri clienti.

"Mi chiamo Alessandra , .. da circa 20 anni soffro di colon irritabile ....

"Mi chiamo Daniela, ... disturbi intestinali con scariche ripetute ... ho perso 9 chili ....

"Mi chiamo Marco 27 anni e soffro dal 2003 di RCU."  "Le mando una lettera di ringraziamento perché con i vostri consigli ho evitato:

2 mesi di delatcortene, metotressate, infliximab"

"Sono Lorena , 40 anni e soffro dal 1994 di RCU e poi Crohn."

Da 20 scariche al giorno, dimagrita, con le stampelle, ascessi in bocca: il mio percorso

"Sono Teresa , 60 anni e soffro di Rettocolite"

12 scariche al giorno

 

Le intolleranze alimentari sono sostanzialmente degli stati infiammatori scatenati dall'assunzione di alcuni alimenti.

Non sono ancora delle vere allergie (con produzione di anticorpi specifici: IgE specifiche), sono tipicamente "dose dipendente" cioè il disturbo è proporzionale alla quantità di alimento e si manifestano con:

- gonfiore e tensione addominale,

- rossori ed eritemi cutanei, ponfi

- mal di testa,

- ritenzione idrica.

un'accenno ai meccanismi e ai disturbi dell'intossicazione alimentare potete averlo consultando:

Sindrome da Permeabilità intestinale aumentata  (Leaky Gut Syndrome)  

 

Tipicamente il quadro clinico si presenta  coinvolgendo i seguenti aspetti:

  • intolleranze alimentari variamente estese, con carenze di vitamine e minerali, alterazioni della flora batterica;

  • infiammazione con malassorbimenti ed alterazione della permeabilità selettiva della mucosa, (con passaggio di sostanze “indesiderate” nel circolo linfatico e sanguigno, e conseguente alterazione delle risposte immunitarie: orticaria, dolori, artriti, psoriasi, tiroiditi etcc.);

  • alterazione del sistema nervoso autonomo con spasmi gastro-intestinali;

  • alterazione del transito intestinale con stipsi o scariche.

  • Frequenti infezioni genito-urinarie: Candida, cistiti

     

Il classico “gonfiore” addominale (con blocco dell’emissione dell’aria), è principalmente causato da: uno spasmo nervoso aggravato dall’infiammazione, scatenata dal cibo non tollerato.

Pertanto l’azione dovrà agire su:

  • Sistema Nervoso,

  • Alimentazione,

  • Infiammazione ,

  • Funzionalità intestinale.

Tipicamente le intolleranze sono dipendenti dallo stato infiammatorio: maggiore è l'infiammazione, maggiore sarà sia il numero che la gravità dell'intolleranze.

I test per le intolleranze hanno nel migliore dei casi una affidabilità dell'80%, forniscono una "fotografia" dello stato attuale e non tengono conto delle variabiltà dei cibi legate ai diversi processi produttivi, adittivi etcc..

Pertanto è sempre consigliabile acquisire una propria sensibilità ed essere seguiti da persone esperte nella rieducazione intestinale che dovrebbe portare in breve tempo (solitamente 20-45 gg) alla reintroduzione di una dieta variata e ben bilanciata.

L’azione da noi proposta si articola in 2 Fasi:

Fase 1 : azione antinfiammatoria + dieta base + azione antispastica

Fase 2 : (dopo 3 gg) copertura delle “carenze alimentari

                 >> “recupero del “carico  intestinale

                    >> Dieta “ottimale

 

 

 

I benefici si percepiscono già entro i primi tre giorni:

  • riduzione del gonfiore,

  • evacuazione più normale,

  • minore “impastamento” della bocca

  • migliore riposo notturno.

Generalmente dopo una prima dieta base, (calibrata su il primo controllo a 3 giorni), che proseguirà per circa altri 10 giorni, si introducono gradatamente molti alimenti, per giungere dopo circa 30-45 gg ad una buona dieta variata, con la possibilità di introdurre a rotazione anche gli alimenti a cui si era intolleranti.

Data la variabilità dei casi personali è altamente consigliabile un supporto di un curante esperto. Tale supporto deve essere chiaramento stretto e con frequenti controlli.

Solitamente un buon percorso deve prevedere dei controlli a 3 , 6, 15, 30 giorni.

Diffidate da chi stabilisce il primo controllo a 1-2 mesi.

Tenete presente che i test per le intolleranze sono affidabili mediamente per l'80 %, e che gli alimenti che sono nelle fiale test sono spesso diversi da quelli che trovate nel supermercato (c'è una variabilità anche tra le varie marche e le varie confezioni)


Per facilitare la rieducazione da intolleranze abbiamo realizzato delle
proposte "intolleranze" che prevedono oltre ai prodotti per 30-40 giorni (sufficenti per raggiungere già un buona autonomia alimentare) anche un attento e puntuale controllo e supporto sia via telefono, che via email, da parte di un nostro laureato in Biologia specializzato nella rieducazione intestinale , ed anche con la consegna di schede personalizzate di facile utilizzo.

  • Proposta n. 1: “intolleranze normo-transito”: Blusterol-Forte, Paxafibra, Fibra d'Acacia, + Schede e supporto personalizzato per 40 giorni.

  • Proposta n. 2: “intolleranze-con stitichezza : 1 Blusterol-Forte, 1 Stimul-Mag, Paxafibra, Fibra d'Acacia + Schede e supporto personalizzato per 40 giorni.

  • Proposta n. 3: “intolleranze-con scariche”: Paxacol 550 ml, MSM, Paxafibra, Fibra d'acacia + Schede e supporto personalizzato per 40 giorni.

Le caratteristiche dei prodotti sono consultabili in “Prodotti

 

Autore: Livi


 
     Approfondimenti estratti dalla rete:

Intolleranze Alimentari

 

da Wikipedia:

In medicina

In senso medico, l'intolleranza si riferisce all'incapacità di ingerire farmaci o alimenti (come, ad esempio, il latte, lo zucchero, la farina, il lievito di birra, l'uovo e i cosiddetti "cibi nascosti", come gli additivi alimentari, i coloranti...) senza che si manifestino reazioni allergiche nocive.

Le intolleranze da farmaci sono causate per lo più da analgesici (aspirina e i farmaci antiinfiammatori non steroidei), mezzi di contrasto iodati usati in radiologia e sulfamidici.

Le intolleranze alimentari

Le intolleranze alimentari vengono anche definite le allergie non allergiche. Nel 1991 l'allergologo Allen P. Kaplan descriveva la differenza tra le allergie tradizionali e le intolleranze alimentari, descrivendo casi di stati allergici che non avevano, come di solito accade, una produzione in grande quantità di immunoglobuline E (IgE). A tutt'oggi non esiste una causa dimostrata e da tutti accettata sulla natura delle intolleranze alimentari. Alcune patologie (riniti, asma, congiuntiviti, dermatiti, dermatosi, eczemi, psoriasi, coliti) potrebbero essere una con-causa di intolleranze alimentari che provocano una minor difesa, da parte dei globuli bianchi, dell'organismo. Esistono, comunque, numerosi test che permettono di rilevare le intolleranze alimentari. È tuttavia indispensabile distinguere fra test non convenzionali, ovvero non validati scientificamente, e test scientifici, che tuttavia sono ancora in corso di validazione e quindi non offrono ancora risultati obiettivi. Il più diffuso fra i test non scientifici utilizzati per "diagnosticare" le intolleranze alimentari è il Vega Test, il quale tuttavia in recenti studi del 2001 e 2002 ha dimostrato di non essere in grado di distinguere fra soggetti sani o malati. Recentemente uno studio comparato tra sistema di daphne biotest e sistema VegaTest ha evidenziato come quest'ultimo abbia un errore di ripetibilità del 56% contro solo il 6% del biotest Daphne (studio condotto su 50 ripetizioni nel 2006-2007 convalidato da ASL Na3 dipartimento di medicine non convenzionali). Esistono anche test che valutano le intolleranze alimentari che insorgono "tardivamente", ovvero che inducono una risposta cellulo-mediata a lungo termine: in questo caso gli anticorpi che vengono prodotti dal sistema immunitario sono le ImmunoglobulineG (IgG). La valutazione della reazione delle IgG a contatto con antigeni alimentari di estrazione naturale basata su una metodica ELISA computerizzata offre un alto grado di ripetibilità e un’assoluta affidabilità.

Le intolleranze alimentari, possono derivare da varie cause. Di solito si manifestano per un meccanismo di accumulo, cioè certe sostanze si accumulano nel nostro organismo. Ad esempio possono essere causate da un accumulo nel nostro organismo di molecole con attività farmacologica, come ad esempio le amine vasoattive. Altre cause possono essere dovute a disfunzioni dell'apparato digerente che possono portare all'assorbimento di molecole non del tutto idrolizzate. Altre cause possono essere dovute da un deficit enzimatico come succede ad esempio per il lattosio. La carenza di questo enzima può essere compensata introducendo quantità in modo molto graduale e crescente di latte.

http://it.wikipedia.org/wiki/Intolleranza

 

DIAGNOSTICA NON CONVENZIONALE DELLE INTOLLERANZE ALIMENTARI

Un pò di storia...

Mentre per la medicina scientifica le reazioni avverse agli alimenti ed agli additivi sono piuttosto rare, per l'ecologia clinica, disciplina nata negli USA a partire dagli anni '60, tali reazioni sono piuttosto frequenti, potendo determinare o aggravare disturbi cutanei, intestinali, neurologici, reumatologici e psichiatrici ad andamento cronico. Secondo gli ecologisti clinici non è possibile diagnosticare con le medotiche sopraindicate (prick, prick-by-prick, eliminazione, scatenamento in doppio cieco, ricerca di IgE specifiche, ed anticorpi anti-proteine specifiche) tutte le reazioni avverse o tossiche agli alimenti e per questo occorre affidarsi ad altre procedure. Già nel 1925 alcuni allergologi americani cominciarono a sospettare che l'esposizione, giorno dopo giorno, a cibi comuni (pane, latte, uova, ecc.). potesse provocare, in certi individui, disturbi fisici e mentali.
Un vero pioniere in questo campo va considerato il dott. Arthur Coca, rispettassimo fondatore dell'American Journal of Immunology, professore di farmacologia al Cornell Medical Center e poi direttore delle ricerche alla Lederle S.p.A.. Nel 1942 egli pubblicò un lavoro intitolato "Familiar non reaginic food allergy" in cui formulava l'ipotesi che, alcuni alimenti verso cui l'individuo era intollerante, potesse causare un'accelerazione dei battiti cardiaci. Partendo da osservazioni su sua moglie e su se stesso, egli elaborò il semplice test del polso (o di Coca), che, sebbene non affidabile e preciso, è il primo dei test "alternativi" per la diagnosi di reazione avversa alimentare ed appare ai più  utile, almeno per uno screening generale. Ma il vero artefice delle ricerche di ecologia umana che hanno portato ad una più precisa definizione di "intolleranza chimica" è da considerarsi Ted Randalph. Allievo di Rowe e di Rinkel, egli pubblicò i risultati del suo lavoro sulle reazioni allergiche mascherate (ritardate e non legate a risposte immunitarie) nel 1944. Dopo 15 anni d’ininterrotto lavoro allo Svedish Convent Hospital di Chicago, pubblicò nel 1951, con l'allergologo Zeller, un libro sulle reazioni "mascherate", raccogliendo un gran numero di casi di pazienti insensibili a qualsiasi metodo tradizionale di cura, migliorati o guariti eliminando alimenti verso i quali avevano sviluppato intolleranza. Tuttavia ci vollero altri tre anni (1954) perché Randolph capisse il fenomeno del "mascheramento" alla luce delle teorie sullo stress di Seyle, formulate su Nature nel 1944. Le reazioni avverse seguono il seguente andamento:

  • Allarme iniziale (non adattamento e reattività immediata);

  • Resistenza (adattamento);

  • Esaurimento (disadattamento e perdita di reattività).

Secondo questa visione (fatta propria negli anni seguenti da Mackarness, Lewith ed altri ecologisti clinici), dosi ripetute di cibo intollerante esauriscono le capacità adattogene individuali (relazione fra asse ipotalamo-ipofiso-surrenalico e sistema psiconeuroendocrino ed immunitario), causando accumulo di "veleni" (tossine) in grado di determinare quadri inaspettati come sordità, reumatismo cronico, cefalea, mucosite auricolare a ripetizione, dermatite, colite specifica o aspecifica, depressione, ecc.
Alla fine della sua carriera (fine anni cinquanta, inizio anni sessanta) Randolph elaborò l'idea che l'impiego d’alimenti cresciuti organicamente e senza pesticidi potesse essere la risposta agli stati tossici legati all'intolleranza alimentare.
Tuttavia, nei diversi paesi, la ricerca continuava, soprattutto nel tentativo di elaborare sistemi diagnostici in vivo ed in vitro affidabili e ripetitivi, ma diversi da quelli comunemente impiegati dal mondo accademico (22).
Furono tentate diverse strade che portarono a facili entusiasmi, poi spenti dalla critica del tempo.
Ad esempio il test del pH salivare (con ampie variazioni verso l'acidosi in caso di intolleranza alimentare) o lo studio minelarografico dei capelli che, tuttavia, è molto variabile nel tempo e per nulla affidabile (a parte il costo davvero elevato).
Senza voler ripercorrere la storia dei diversi test alternativi, soffermiamoci su quattro di essi, tre in vivo e l'ultimo in vitro, i quali hanno avuto maggiore diffusione e portato a risultati più credibili ed attendibili, potendo anche ripetere lo stesso esame con metodiche diverse per avere la possibilità di maggiore attendibilità(23)
.

Test DRIA:  Si basa sullo studio delle variazioni del tono muscolare in rapporto all'assunzione di cibi intolleranti. E’ piuttosto affidabile e ripetitivo nei risultati, a patto di impiegare strumenti di buona qualità e personale ben qualificato. Il costo della strumentazione (in fondo un dinamometro ad alta sensibilità) è piuttosto elevato e rende la quota a carico dell'utente piuttosto alta. Si tratta praticamente dell'automazione del test kinesiologico.

Test  Chinesiologico: Gli esperti di osteopatia, chiropratica e posturologia affermano che è possibile anche una valutazione diretta e manuale del tono muscolare, senza l'impiego di strumenti di rivelazione.
Non sono mai state prodotte però casistiche ampie e soprattutto controllate

Test EAV:

VEGA Test,
Sarm Test,
Bio Strengt Test,
e loro varianti

Sviluppatosi a partire dalle osservazioni dell'elettroagopuntura secondo Voll, sulle variazioni del potenziale elettrico cutaneo in relazione al contatto con alimenti intolleranti. Nonostante il metodo sia criticato per la sua scarsa riproducibilità (i risultati variano secondo l’operatore, della strumentazione e delle "sostanze-test" usate), si è tentato di ovviare alle diverse limitazioni costruendo, nel tempo, apparecchiature differenti (Vega, Mora, Sarmtest, Bio Strenght Meter), con puntali sempre più maneggevoli e calibrati, in modo da ottenere risultati indipendenti dalla pressione esercitata. Fra le metodiche alternative è l'unico test che può vantare ricerche cliniche ampie e di un qualche significato. Mentre in Germania, Inghilterra, Canada e negli USA sono stati impiegati molti apparecchi diversi (Dermatron, Vital, Lesten, Interro), in Italia hanno soprattutto preso piede vari tipi di Vega (principalmente il Vega II), il Mora,  il Sarm-test (nelle due versioni 800 e 2.000) ed il Bio Strenght Meter di Visconti.

Che cosa è il Test: Il test consiste nel valutare la resistenza elettrica cutanea in rapporto ai principi del bilancio bioenergetico dei punti di agopuntura descritti da Voll nel 1973 ed è stato usato dagli ecologisti clinici per le tossicosi alimentari e da additivi e dagli omeopati per l’assentimento individuale dei diversi rimedi. Gli studi rondomizzati e controllati hanno riguardato sia le allergie alimentari sia quelle da inalanti, con casistiche significative ed indici di discriminazione dell'’80-90%.

Test Leucocitotossico :

Messo a punto da Byrant negli anni quaranta e sviluppatosi poi in Europa (Inghilterra ed Italia) alla fine degli anni ottanta. consiste nel documentare, in vitro, l'azione citotossica (vacuolizzante) di certi alimenti sui neutrofili del paziente. Nonostante numerose segnalazioni sulla sua affidabilità e riproducibilità (10), molti AA affermano che, eseguendo esami sullo stesso paziente e sul sangue dello stesso prelievo in centri diversi, si possono ottenere risultati nettamente differenti. La medicina ortodossa è molto critica sulla reale efficacia del test. Le nostre numerose esperienze c’inducono ad una certa prudenza circa la reale capacità del test di rilevare reazioni avverse, con risposte, talvolta contraddittorie anche quando le letture vengono effettuate da parte di operatori espert.

Fonte: http://utenti.lycos.it/intoalimentary/diagnostica%20non%20conv.intolleranza.HTM

 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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